Articoli recenti
Categorie
Archivi
- giugno 2020
- marzo 2020
- dicembre 2019
- novembre 2019
- ottobre 2019
- settembre 2019
- agosto 2019
- luglio 2019
- giugno 2019
- maggio 2019
- aprile 2019
- marzo 2019
- dicembre 2018
- novembre 2018
- ottobre 2018
- settembre 2018
- agosto 2018
- marzo 2018
- febbraio 2018
- gennaio 2018
- dicembre 2017
- ottobre 2017
- settembre 2017
- agosto 2017
- luglio 2017
- giugno 2017
- marzo 2016
- luglio 2015
- maggio 2015
- gennaio 2015
- novembre 2014
- ottobre 2014
- settembre 2014
- agosto 2014
- luglio 2014
- aprile 2014
- marzo 2014
- febbraio 2014
- gennaio 2014
- novembre 2013
- luglio 2013
- giugno 2013
- maggio 2013
- aprile 2013
- marzo 2013
- febbraio 2013
- dicembre 2012
INFORTUNIO SU MACCHINARIO MANOMESSO. QUANDO IL DATORE DI LAVORO NON E’ RESPONSABILE?
Se viene rimossa la protezione di un macchinario e per questo motivo un lavoratore subisce un infortunio, il datore di lavoro ne sarà comunque responsabile?
Sono aperte le consultazioni, tema peraltro di grande attualità…
Chi non si occupa di sicurezza e ragiona solo per logica, a questa domanda risponderà tendenzialmente con un NO. Per quale motivo il datore dovrebbe essere responsabile di una manomissione da parte di un lavoratore?
Chi invece si occupa di sicurezza, ha a che fare con gli organi di vigilanza e mastica le sentenze, tendenzialmente risponderà con un SI’. Perché? Perché tale condotta del lavoratore è prevedibile. Pertanto il datore di lavoro deve contrastarla vigilando.
Alla luce di una sentenza relativamente recente (Cassazione Penale, Sezione IV, sentenza n. 20833 del 15/05/2019) noi addetti ai lavori possiamo tirare un sospiro di sollievo e rispondere definitivamente con un bel DIPENDE!
Questa sentenza è veramente importante.
Ma dipende da cosa?
Ti racconto brevemente il fatto.
Un dipendente stava lavorando ad una macchina, chiamata spezzonatrice, che attraverso una lama taglia dei tubi di plastica in piccole porzioni. Alla base della lama di questo macchinario era posizionato uno scivolo che faceva confluire i tubi all’interno di una scatola di raccolta.
L’accesso alla lama di questo macchinario doveva essere impedito da una protezione fissa. Protezione che, frequentemente veniva rimossa da alcuni lavoratori per rendere – guarda caso – più semplice la raccolta dei tubicini tagliati.
Cosa succede? Puoi immaginarlo. Il dipendente, in assenza di protezione, avvicina troppo la sua mano alla lama, e ZAC! Amputazione della falange distale del terzo dito della mano destra. Che per la verità sarebbe il dito medio…
In primo e secondo grado è stato condannato il datore di lavoro.
Il datore di lavoro si oppone. E segnala ai supremi giudici le sue motivazioni.
In particolare afferma quanto segue:
Cosa risponderà la Cassazione?
Rullo di tamburi…
La Cassazione accoglie il ricorso del datore di lavoro.
Le motivazioni sono davvero, davvero, molto importanti.
Sostanzialmente, i giudici supremi affermano che un datore di lavoro non può essere automaticamente responsabile di un infortunio se:
E cosa aveva fatto il datore di lavoro che ha reso possibile la sua assoluzione?
Tutto questo vale tanto più nelle aziende di grandi dimensioni, dove – obiettivamente – il datore di lavoro non è tutti i giorni fisicamente presente in produzione.
Altrimenti, i giuristi ci insegnano che questa sarebbe una responsabilità oggettiva. E questo sarebbe assolutamente improponibile.
Per cui, cari datori di lavoro, colleghi RSPP e consulenti, ricordiamoci:
Per dormire, tutti, sonni più tranquilli.
Commenti
Condividi questa storia, scegli tu dove!
Qualche cenno sull'autore: formazione Stone
Commenti disabilitati